17 novembre 2024 - 33a Domenica del Tempo Ordinario
Dn 12,1-3 / Sal 15 / Eb 10,11-14.18 / Mc 13,24-32
Commento Video al Vangelo della Domenica (a cura della Diocesi di Vicenza)
17 novembre 2024 - 33a Domenica del Tempo Ordinario
Dn 12,1-3 / Sal 15 / Eb 10,11-14.18 / Mc 13,24-32
Commento Video al Vangelo della Domenica (a cura della Diocesi di Vicenza)
«Purtroppo, pensiamo che la fraternità sia un dato di fatto naturale, perché si nasce fratelli, perché qualcuno viene al mondo e ha un fratello, una sorella, prima di lui o dopo di lui. Ma in realtà tutta la storia ci mostra che questa fraternità naturale facilmente accede alla rivalità, alla concorrenza e quindi alla violenza, fino all’uccisione del fratello, come raccontano i miti di tutte le culture. Non solo nella Bibbia - Caino e Abele - ma anche nella cultura romana - Romolo e Remo -, in quella greca, in quella babilonese c’è sempre il fratricidio. Si arriva proprio da fratelli, tra fratelli e sorelle, alla violenza, all’uccisione, alla negazione dell’altro, perché l’altro è colui che è venuto a chiedere di decentrarsi, è venuto a prendere parte del nostro posto, che era un posto unico, tutto nostro, è venuto a prendere parte dei nostri affetti. Affetti della madre e affetti del padre, che erano tutti per noi. E sentiamo ciò come privazione. Ci sentiamo defraudati da quest’altro intruso, sconosciuto, che arriva, che è fratello perché nato dallo stesso grembo della madre come dicevano i greci, ma che in qualche misura ci ha detronizzato. E allora ecco la rivalità. Rivalità che a volte cova tutta una vita e arriva alla fine quando c’è la divisione dell’eredità della famiglia, del padre e della madre. Allora noi comprendiamo come la fraternità non sia un dato di fatto che sta dietro di noi nella vita, ma una vocazione. È un appello. È un esercizio che dobbiamo assumere. È qualcosa che dobbiamo tenere come assolutamente necessario per arrivare alla relazione, ai rapporti e ai rapporti innanzitutto di famiglia. Ma i rapporti poi anche di una comunità, ai rapporti di una società. La fraternità s’impara, non si riceve, s’impara a fatica e s’impara a caro prezzo».
“Se la preghiera non si traduce in agire concreto è vana; infatti ‘la fede senza le opere è morta’ (Gc 2,26). Tuttavia, la carità senza preghiera rischia di diventare filantropia che presto si esaurisce. Senza la preghiera quotidiana vissuta con fedeltà, il nostro fare si svuota, perde l’anima profonda, si riduce ad un semplice attivismo” - Papa Francesco
Questa è la grande sfida che riceviamo dal Santo Padre, nel suo Messaggio per questa VIII Giornata Mondiale dei Poveri. Non bastano discorsi teorici o belle parole davanti ai poveri, ci vuole la concretezza di gesti umani nei confronti di persone reali. L’invito rivolto a ognuno è quello di implicarsi nella vita dei fratelli che sono in situazioni di povertà, attraverso gesti semplici e quotidiani.
In questo contesto è bello ricordare la testimonianza che ci ha lasciato Madre Teresa di Calcutta, una donna che ha dato la vita per i poveri. La Santa ripeteva continuamente che era la preghiera il luogo da cui attingeva forza e fede per la sua missione di servizio agli ultimi. Quando, il 26 ottobre 1985, parlò nell’Assemblea Generale dell’ONU, mostrando a tutti la corona del Rosario che teneva sempre in mano disse: «Io sono soltanto una povera suora che prega. Pregando, Gesù mi mette nel cuore il suo amore e io vado a donarlo a tutti i poveri che incontro sul mio cammino. Pregate anche voi! Pregate, e vi accorgerete dei poveri che avete accanto. Forse nello stesso pianerottolo della vostra abitazione. Forse anche nelle vostre case c’è chi aspetta il vostro amore. Pregate, e gli occhi si apriranno e il cuore si riempirà di amore».
Che lo Spirito Santo possa lavorare nei nostri cuori e agire in noi, guidandoci verso gli altri con lo stesso sguardo amorevole e benigno di Dio.
“Chi ha molta carità vede molti poveri. Chi ha poca carità vede pochi poveri. Chi non ha carità non vede nessuno” - don Primo Mazzolari
IMPEGNI E INIZIATIVE DELLA DIOCESI
Domenica 17 novembre VIII Giornata Mondiale del povero
La preghiera del povero sale fino a Dio (cfr Sir 21,5)
Nell’anno dedicato alla preghiera, in vista del Giubileo Ordinario 2025, questa espressione della sapienza biblica è quanto mai appropriata per prepararci all’VIII Giornata Mondiale dei Poveri, che ricorrerà il 17 novembre prossimo. La speranza cristiana abbraccia anche la certezza che la nostra preghiera giunge fino al cospetto di Dio; ma non qualsiasi preghiera: la preghiera del povero! Riflettiamo su questa Parola e “leggiamola” sui volti e nelle storie dei poveri che incontriamo nelle nostre giornate, perché la preghiera diventi via di comunione con loro e di condivisione della loro sofferenza (dal Messaggio del Santo Padre Francesco)
Ritessere fiducia”: veglia diocesana di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi
Lunedì 18 novembre alle 20,30 a Monte Berico
Il Servizio Diocesano Tutela Minori organizza la veglia di preghiera “Ritessere fiducia” in occasione della IV Giornata di preghiera per le vittime ed i sopravvissuti agli abusi.
La preghiera, aperta a tutti, sarà alle 20,30 a Monte Berico e verrà trasmessa su Radio Oreb.
IMPEGNI E INIZIATIVE DELL’UNITA' PASTORALE
Domenica 17 novembre
Pranzo dei Popoli - Il mondo a tavola
Ore 12.00 Centro parrocchiale San Pio X - Info 3311091919
Martedì 19 novembre
Ore 20.45 Incontro “Tavolo delle strutture” (Centro parrocchiale S. Pio X)
Venerdì 22 novembre: Conferenza San Vincenzo U.P.
Ore 16.00 Canonica San Pio X
Sabato 23 e domenica 24 novembre
Uscita Reparto Scout VI 9 a San Gottardo (VI)
Domenica 24 novembre: Spiogioca
Pomeriggio di giochi organizzato per i bambini delle elementari, dalle ore 15:30 alle 18:30. Vi aspettiamo al Centro parrocchiale di San Pio X!
Sabato 7 dicembre
Ore 18.30 S. Messa di saluto a don Alberto Dinello (CHIESA SAN PIO X).
Al termine della Messa ci sarà un momento conviviale per tutta l’Unità pastorale presso il Centro parrocchiale di S. Pio X.
Domenica 8 dicembre
Don Alberto celebrerà la S. Messa delle ore 9.00 e delle ore11.00 a Madonna della Pace.
«Nonostante le molte difficoltà che affliggono oggi le nostre famiglie, non dimentichiamoci, per favore, di questo: le famiglie non sono un problema, sono prima di tutto un’opportunità. Un’opportunità che dobbiamo curare, proteggere e accompagnare. È un modo di dire che sono una benedizione. […] Si discute molto oggi sul futuro, su quale mondo vogliamo lascare ai nostri figli, quale società vogliamo per loro. Credo che una delle possibili risposte si trova guardando voi, ognuno di voi: vogliamo lasciare un mondo di famiglie. È la migliore eredità: lasciamo un mondo di famiglie. Certamente non esiste la famiglia perfetta, non esistono sposi perfetti, genitori perfetti né figli perfetti, e, se non si offende, io direi suocera perfetta. Non esistono. Ma questo non impedisce che siano la risposta per il domani. Dio ci stimola all’amore e l’amore sempre si impegna con le persone che ama. Per questo, abbiamo cura delle nostre famiglie, vere scuole del domani. Abbiamo cura delle nostre famiglie, veri spazi di libertà. Abbiamo cura delle nostre famiglie, veri centri di umanità».
(Papa Francesco, testo tratto dal Viaggio apostolico a Cuba, 22 settembre 2015)
Insegnami ad ascoltare, o mio Dio,
chi sta accanto a me,
la mia famiglia, i miei amici, i miei colleghi.
Aiutami a capire che, per quante parole io possa udire,
il messaggio è: "Accoglimi come persona. Ascolta me".
Insegnami ad ascoltare, o Dio premuroso,
i lontani, il bisbiglio dei senza speranza,
il lamento dei dimenticati,
il grido degli angosciati..
Aiutami ad avere meno paura,
a fidarmi della voce interiore,
che risuona nel mio intimo.
Insegnami ad ascoltare, Santo Spirito,
la tua voce, nell'attività e nella noia,
nella sicurezza e nel dubbio,
nel rumore e nel silenzio.
Ruth Mc Lean
Per molti cristiani è un obbligo, una routine che rischia di diventare un peso. In realtà le motivazioni di recarsi in chiesa la domenica hanno la loro prima radice nei comandamenti dati da Dio, sul Sinai, a Mosé quando si legge: “ricordati del giorno di sabato per santificarlo”. Quindi la dedicazione di un giorno interamente al Signore...
Per molti cristiani è un obbligo, una routine che rischia di diventare un peso. In realtà le motivazioni di recarsi in chiesa la domenica hanno la loro prima radice nei comandamenti dati da Dio, sul Sinai, a Mosé quando si legge: “ricordati del giorno di sabato per santificarlo”. Quindi la dedicazione di un giorno interamente al Signore.
Il progetto nasce dalla constatazione che nel nostro quartiere di San Pio X poche sono le occasioni dedicate ai bambini dai 6 ai 10 anni (età caratterizzata da forte crescita e numerosi cambiamenti) per incontrarsi e divertirsi assieme di Domenica..