Per molti cristiani è un obbligo, una routine che rischia di diventare un peso. In realtà le motivazioni di recarsi in chiesa la domenica hanno la loro prima radice nei comandamenti dati da Dio, sul Sinai, a Mosé quando si legge: “ricordati del giorno di sabato per santificarlo”. Quindi la dedicazione di un giorno interamente al Signore...
Per molti cristiani è un obbligo, una routine che rischia di diventare un peso. In realtà le motivazioni di recarsi in chiesa la domenica hanno la loro prima radice nei comandamenti dati da Dio, sul Sinai, a Mosé quando si legge: “ricordati del giorno di sabato per santificarlo”. Quindi la dedicazione di un giorno interamente al Signore.
Gli ebrei hanno sempre riservato il sabato, l’ultimo giorno della loro settimana a questo scopo. I cristiani hanno invece scelto, come giorno del Signore, la Domenica perché esso era il giorno in cui Gesù è risorto, inoltre era il primo giorno della settimana e, simbolicamente, indicava il nuovo inizio in Cristo. Il senso di andare in chiesa la domenica e celebrare il rito della messa, per i cristiani è quello di fare memoria del sacrificio di Cristo e ringraziare Dio per tutto ciò che ci ha donato nella settimana passata e ci donerà in quella futura. Rito non è una parolaccia e non indica qualcosa di vuoto e ripetitivo, ma indica il percorso che vuole portare a un traguardo. Il traguardo è proprio la reale e continua presenza di Cristo, di Dio Padre e dello Spirito Santo nell’assemblea lì riunita e nella nostra vita. Gesù è presente nelle letture che sono Parola sua, Parola ispirata dallo Spirito, ed è presente al massimo grado, per antonomasia, nel sacrificio eucaristico. Il termine Eucarestia significa proprio “rendere grazie” e quindi partecipandovi noi rendiamo grazie per tutto quello che di buono ci è successo nella settimana e inoltre ci ricarichiamo per affrontare la settimana che arriva. Infatti solo la costante frequentazione di Cristo, della sua Parola, del suo sacrificio ci permette di essere in contatto con Lui e quindi di trasmettere agli altri quell’Amore che da Lui assorbiamo. Può essere che ci siano periodi in cui non vediamo alcun motivo per cui ringraziare, in realtà i motivi ci sono, ma noi non siamo capaci di vederli perché schiacciati dal peso di problematiche grosse. Questi sono i casi in cui entra in campo con più forza la fede, infatti ricordando tutti i momenti passati in cui i motivi per ringraziare il Signore erano evidenti, sappiamo che ce ne sono anche adesso e che altri ne verranno, anche se non li vediamo chiaramente e per questo andiamo lo stesso a messa.
In definitiva l’andare a messa non deve essere un obbligo, ma un motivo di gioia, perché è il momento in cui ringraziare colui che da sempre ci ha amati, che sempre ci ama e che per sempre ci amerà. Alcune messe potranno stancarci più di altre, alcune potranno essere più coinvolgenti, altre più noiose, ma in tutte è sempre Cristo che parla, sempre lo Spirito che agisce se noi glielo permettiamo.
1Corinzi 5:8 Celebriamo dunque la festa, non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità.
Il crocevia delle molte strade era famoso in tutta la regione perché da lì si potevano raggiungere un po’ tutte le località del regno. Nel crocevia si incrociavano otto sentieri e qualunque si seguisse si sapeva che da lì a poco si sarebbe biforcato e poi biforcato di nuovo e così via, per permettere di andare in qualunque direzione si desiderasse. Era un crocevia importante, ma anche pericoloso, perché se non si conosceva la strada si rischiava facilmente di perdersi e viaggiare di notte, da soli, non sempre era piacevole oppure scoprire di essere ben lontani da dove si voleva arrivare poteva demoralizzare anche gli animi più forti.
Seduto, al centro del crocevia stava un vecchio. Era lì da molto, molto tempo, da così tanto tempo che nessuno sapeva ormai da quanto. Non parlava quasi mai, ogni tanto qualcuno si recava da lui e gli lasciava qualcosa da mangiare o da bere. Il vecchio accettava con gratitudine il dono e si limitava a dare qualche consiglio a chi glielo chiedesse. Le sue, rare, parole erano diventate leggendarie, si diceva che sapesse colpire direttamente nei cuori, che leggesse il futuro e che avesse poteri divini. Naturalmente non era vero, si trattava solo di un uomo che aveva deciso di fermarsi per guardare la gente che passava e che aveva imparato dalla vita una saggezza che tutti possedevano, ma che quasi tutti avevano dimenticato.
La donna arrivò con passo sicuro, si guardava attorno curioso e sembrava serena, ma soprattutto sembrava sapere esattamente quale strada prendere. Si fermò vicino al vecchio e lo salutò cordialmente: – Buongiorno!
- A lei – rispose lui – la vedo particolarmente felice
- E’ vero, lo sono, si nota eh?
- Beh diciamo che non capita spesso che la gente mi saluti spontaneamente
- Siamo diventati così maleducati?
- Più che altro direi che la gente tende ad essere chiusa in se stessa, sui propri problemi e ha paura di qualunque cosa, di chiunque non conosca
- Mi sa che avete ragione, ma è così brutto… così triste…
- Al momento è la realtà… ma non è sempre così.. ci sono anche persone come lei – sorrise il vecchio.
- Già, ma non mi sento di essere nulla di speciale
- Come mai è così allegra?
- Sto andando a trovare mio papà, lui ormai vive da solo in città, da quando io mi sono sposata e mi sono trasferita in campagna
- E si sente solo?
- Forse alle volte, ma io cerco di andare a trovarlo almeno una volta alla settimana
- Questo sicuramente lo fa sentire meno solo
- Immagino di sì, ma a dire il vero non lo faccio per quello. All’inizio andavo perché lo sentivo come un obbligo. Mi sentivo in colpa perché lo avevo lasciato e mi sembrava fosse colpa mia se rimaneva solo poi invece ho cominciato a pensare e sapete cosa ho capito? – il vecchio sorrise guardando l’orizzonte e la donna proseguì – Ho capito che se io ero lì, se io avevo la mia famiglia e i miei piccoli successi, ma anche i miei dolori, era anche merito suo. Era lui che mi aveva dato la vita, lui che era sempre stato accanto a me cercando di educarmi come meglio poteva, lui che continuava a dirmi ciò che era giusto che facessi pur lasciandomi la libertà di sbagliare, lui che piangeva in silenzio quando lo rifiutavo o gioiva con me quando mi vedeva felice…
- E’ ciò che fanno i padri
- Esatto e da quando l’ho capito vado a trovarlo ogni volta che posso, ma almeno una volta a settimana per dirgli grazie di tutto ciò che mi ha donato
- Ora capisco perché è così felice
- Sì – sorrise lei.
- Ma non l’ho mai vista prima e sì che io è parecchio che sto qui
- In effetti è la prima volta che non prendo la macchina per andare da papà, ma stavolta ho pensato di passeggiare e devo dire che lo farò più spesso perché è molto piacevole. Ora però la saluto sarà meglio che vada, mi sta aspettando e non voglio farlo attenere troppo
- Buon proseguimento, allora l’aspetto la settimana prossima
- Può scommetterci. Buona giornata! – la donna si allontanò col sorriso sulle labbra.
Il vecchio la guardò allontanarsi verso la città e poi tornò a guardare il crocevia.