Quando passavi la vita
sulle assi di legno
tra scritture di profeti,
quando ti svegliava lacerante
la notte
un tuono estemporaneo,
quando eri solo,
hai mai pensato
Signore
alle cure, agli affanni
dell’uomo alla ricerca dell’utile?
Hai visto mai
Signore
occhi di cupidigia,
larve di tristezza
esasperazione generale
nella vita di quanti,
di qua, di là,
senza una ragione?
Quando al tramonto
levavi insensibile uno sguardo muto, presago
alla cima del Golgota
a sostenere
l’inconsistenza fosca del sole preso dal sonno,
ti sarai fermato
certamente a pensare
quanto si brighi al mondo
per avere qualcosa;
per non avere niente.
E ci si affretta, ci si affanna
per un momento di felicità,
per un sentimento
d’affetto.
E ci si ritrova con niente.
Sempre non si ha niente;
e la gente che ride,
la gente ti umilia.
E nell’oscurità vischiosa
di questa notte senza nuvole
guardo le stelle
Signore
cadere nel cielo;
e sfumare all’orizzonte
la vaga impressione di un ricordo
nel tempo.
E l’animo fatto sereno,
libero
da pensieri
ti manda un saluto;
un baleno della mente.
Gino Colpo